mercoledì 2 aprile 2008

Cristianità selettiva

Molti sono coloro che credono di essere gli ultimi baluardi di una tradizione millenaria ormai a rischio di estinzione. Molti coloro che ritengono di essere depositari di valori fatti di rigore, moralità ferrea, condotta esemplare, rispetto della dottrina religiosa. Troppi coloro che ostentano tali valori senza una minima cognizione di causa, sempre pronti a giudicare, puntare il dito. La religione è una cosa estremamente seria, ma molte di queste persone, per usare un eufemismo, non conoscono la propria religione. Purtroppo la verità è che troppi cristiani hanno deciso di adottare un approccio selettivo alla dottrina di cui si dicono portatori. Per approccio selettivo si intende la facoltà di decidere quali insegnamenti rispettare. Si intende la facoltà di selezionare i dettami meno sconvenienti e meno compromettenti per sposare solo e soltanto questi, ignorando consapevolmente quelli che invece avrebbero un impatto più deciso e radicale sul proprio stile di vita. Sto parlando di sessualità al di fuori del matrimonio, di contraccezione, di aborto. Ma anche di carità cristiana, di rispetto per il prossimo, di rispetto per le altre religioni, di preghiera, di conoscenza profonda e rispetto delle scritture.
Il punto è che o sei cristiano o non lo sei. O sei credente e praticante o non lo sei. O rispetti la dottrina cristiana nella sua interezza o, in caso contrario, non sei cristiano. Il Nuovo ed il Vecchio testamento sono molto chiari. Ci possono essere passaggi suscettibili di qualche interpretazione, ma i punti salienti della dottrina cristiana sono scritti nero su bianco. Che l’essere umano sia per sua natura portato all’errore è pienamente comprensibile, ma che una persona si dichiari e ritenga cristiana quando vive la propria esistenza nell’ignoranza cosciente degli insegnamenti più elementari della propria religione non è ammissibile. Quella persona non è cristiana.

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